BLOG BAMBOLE - Storia delle Bambole
Mercoledì 04 Settembre 2013
Le bambole MIGNONNETTES

Prima Parte

LE ELEGANTI MIGNONNETTES FRANCESI

di Bettina Zarino

 

Mignonnette francese in biscuit

Il termine “mignonnette” è di origine francese e deriva dalla parola “mignon” che designa qualunque oggetto di piccola taglia; diventerà, a partire dal 1875, il nome adottato per tutte quelle bambole tascabili o bambole in miniatura, interamente realizzate in porcellana o biscuit e che si affermeranno in seguito in particolare grazie alla rivista “La Poupée Modèle”.

 

Le “mignonnettes” sono dunque un prodotto inventato dai fabbricanti di bambole francesi dopo il Secondo Impero; hanno delle loro caratteristiche precise che le differenziano dalle altre bambole e bebè del tempo. Perciò, tutte le bambole alte meno di 20 cm, fabbricate dopo il 1875 e qualunque sia il loro paese di origine, oggigiorno vengono chiamate con questo nome.

 

Certamente molti fabbricanti, sia francesi sia tedeschi, già allora avevano fabbricato bambole di piccole dimensioni, ma più legate ad un discorso commerciale e considerate come bamboline delle stesse bambole fino ad allora fabbricate.

Tuttavia lo studio di queste affascinanti ed eleganti bamboline è estremamente recente.

Lo sviluppo dell'industria della bambola in biscuit, segnerà la fine delle bambole di carta che saranno sostituite a vantaggio della “Poupée de poche”, bambola-manichino in miniatura, per la quale la giovane fanciulla potrà lei stessa cucirne il corredo oppure comperarlo nei negozi o magazzini di giocattoli già realizzato da sarte esperte.

Le bambole in carta furono certamente all’origine delle bambole in miniatura. In Francia, le bambole in carta devono il loro grande successo a “Psyche”, bambola di carta realizzata per una rivista di moda che portava il suo stesso nome, e che fu pubblicata dal 1832 al 1880. La bambola veniva usata come “mannequin” per indossare i modelli alla moda proposti dalla rivista.



Catalogo di bambole e giocattoli dei Grandi Magazzini francesi Printemps

La bambola venne poi ridisegnata sotto una forma più ludica durante il Secondo Impero, e la nostra piccola indossatrice di carta, con il suo ricco guardaroba, diventerà un piccolo gioco assai apprezzato dalle giovani fanciulle francesi, ma resterà un passatempo piuttosto fragile.

Come dicevamo, lo sviluppo dell’industria della bambola in biscuit e porcellana, sorto proprio in Francia, dopo la guerra del 1870, cambierà le sorti della bambola in carta.

E così, ben presto, la “Poupée de poche” avrà tutta una stuola di “artisti” a sua disposizione: disegnatori d'interni per creare le sue superbe camere, falegnami per arredare sontuosamente la sua casa, illustratori per raccontare le sue avventure, ma più pragmaticamente, la “Poupées de poche” che, richiamava la vocazione di un manichino in miniatura, avrà le sue sarte specializzate che le prepareranno dei bellissimi e minuziosi corredi. Avrà in seguito, perfino dei ciabattini che si dedicheranno alle sue minuscole scarpe, per i suoi piccoli piedini nudi.

La giovane fanciulla, magari con il contribuito della mamma o della sua tata, poteva anche realizzare lei stessa il corredo della sua bambola, grazia alla famosa rivista “La Poupee Modéle”. I fabbricanti, infatti, proponevano la bambola in miniatura generalmente nuda, lasciando agli acquirenti la cura di completare l'abbigliamento, secondo i loro gusti e desideri.

Solo verso il 1882 i fabbricanti decisero di realizzare delle “mignonnettes” con le calze e le scarpe dipinti, continuando a fabbricare solo qualche raro modello a piedi nudi. Le varianti diventarono così infinite: stivaletti alti o bassi semplicemente dipinti, scarpe con o senza fibbie, calze lunghe e corte.

Se analizziamo la storia delle “mignonnettes”, la sua vera nascita la si deve al francese Fernand Sustrac che, ispirandosi ai “baigneur” tedeschi, nel 1876 realizza una bambolina dal corpo tutto in biscuit e dall'aspetto delle eleganti bambole francesi finora conosciute come “bambole alla moda” o “parisienne”, vestite seguendo la moda del tempo.

Una grande novità, sarà il suo brevetto depositato nel 1877 e che propone di applicare delle articolazioni sferiche ai gomiti e al collo.

Fernand Sustrac presenterà questa sua nuova bambola all’Esposizione Universale di Parigi del 1878. Le sue bambole in miniatura erano probabilmente fabbricate da Francois Gaultier, che proseguirà questa tradizione con i figli.

Le bambole in miniature di Fernand Sustrac sono realizzate tutte in biscuit, hanno un’altezza invariata di circa 13 cm e si compongono di una testa concava con una piccola calotta sulla quale è fissata una parrucca in mohair. Il viso presenta una bocca chiusa, gli occhi fissi dipinti il cui bordo è sovente dipinto di nero. Il corpo è formato da due braccia articolate, composte da un avambraccio e un braccio ben distinte, e una piccola sfera da permetterne il movimento, e due gambe piene. La testa è fissata al corpo grazie ad un elastico. Furono sempre eseguite con i piedi nudi ma sembra che negli ultimi modelli furono dipinte le calze e perfino gli stivaletti.

 

Queste “Poupé de poche” di Fernand Sustrac furono fabbricate per soli 4 anni, poiché la loro produzione minuziosa e costosa, non poteva sopravvivere in un mondo dove lo sviluppo andava progressivamente avanti a danno della qualità artistica. Mignonnette francesi a piedi nudi

Il successo della bambola in miniatura fu ben strumentalizzato dalla rivista francese “La Poupée Modéle” che, sotto la direzione di Madame Lavallée-Peronne, si userà con molta eleganza, l’espressione “Poupée de poche”, a suo dire molto più carismatico e affascinante per indicare la bambola in miniatura per la quale proprio Madame Lavallée-Peronne ha creato il guardaroba.

Il guardaroba per la “Poupèe de Poche” comincerà il suo cammino con il numero di agosto del 1878, che propone un cartamodello su stoffa di lingerie per la piccola bambola.

Con un annuncio molto incisivo per i tempi, Madame Lavallée-Peronne esorta le giovani fanciulle, non solo ad acquistare la rivista per poter così confezionare con le proprie mani modelli all’ultimo grido per la piccola bambola, ma anche la piccola bambola articolata in biscuit che veniva venduta al prezzo di 1 franco e 75 centesimi nel suo negozio al 21 di rue de Choiseul, a Parigi.

La “Poupee de poche”, in seguito, verrà denominata nella rivista “Mademoiselle Mignonnette”, questo a partire dal giugno 1880, per poi essere chiamata solo “Mignonnette”. Ed è così che “mignonnette” diventerà il nome familiare e generico di tutte le “Poupée de poche”.

La rivista “La Poupee Modéle” consacrerà tantissimi modelli e accessori a Mademoiselle Mignonette, al punto che avrà un guardaroba elegante e raffinato, costantemente rinnovato al gusto dell’epoca e alla moda del tempo, e avrà perfino dei découpages in cartone da permettere di realizzare dei bellissimi salotti e camere da letto in stile Luigi XVI e Biedermeier, con relativi mobili, e in più uno straordinario negozio di pasticceria con tanto di mobiletti e torte in miniature e un abito da pasticcere.    

Mignonnette resterà la bambola favorita dalle lettrici, fino all’inizio della Prima Guerra Mondiale. La rivista “La Poupee Modéle” subirà nel corso degli anni qualche evoluzione nello stile delle bambole in miniatura e vedrà nascere una mignonnette di fabbricazione tedesca dopo il 1895, quando questi nuovi modelli invaderanno il mercato francese, divenuti nel frattempo piuttosto costosi.


Mignonnette francese in biscuit con cartamodello e abito confezionato

Nel 1897, Mignonnette si venderà solo nella redazione del giornale, bianca o mulatta, sempre in biscuit e alta 13 cm, con gli occhi dormienti e la bocca che mostra alcuni denti, al prezzo di 3 franchi e 50 centesimi. Potrà essere abbigliata con una camicione in seta gialla o rossa o ancora in fine mussolina. Lo stile degli abiti però, resterà sempre quello francese.

Altri fabbricanti francesi che produrranno delle mignonnettes nel XIX sec. saranno: Charles Schmitt & figli, Armand Jules Jullien, mentre più tardi arriveranno anche Emile Jumeau, Pintel & Godchaux e Henry Delcroix. All’inizio del XX sec. troviamo altri fabbricanti francesi che continueranno la tradizione: Lanternier a Limoges, Verlingue a Boulogne-sur-Mer, Damerval & Laffranchy e la S.F.B.J. a Montreuil.

Le “Poupée de poche” di produzione francese sono generalmente prive di marchio; ciò però, non impedisce ai collezionisti esperti di riconoscerle per l’eccellente qualità del biscuit che presenta un aspetto ben levigato. La testa ha generalmente l’articolazione “a lampadina”, con un minuscolo anellino che consente di legarla all’interno del corpo con un cordoncino elastico. Oltre a quella del collo, le bambole francesi hanno l’articolazione alle spalle e alle anche. Generalmente gli occhi sono di vetro con ciglia dipinte e sopracciglia folte, mentre le labbra delineate con un contorno più scuro. Le braccia, come pure le gambe, sono piuttosto robuste ma più sottili alle caviglie, e sono modellate con estrema cura; le scarpe sono dipinte. Spesso invece di avere i capelli modellati hanno una parrucca di mohair pettinata a riccioli. Le poupées de poche a piedi nudi rimangono, incontestabilmente, tra le più apprezzate dai collezionisti attenti: non solamente per la loro anzianità, ma anche per i loro dettagli minuziosi.

 

- Seconda Parte: LE PERFETTE MIGNONNETTES TEDESCHE - uscita prevista 11 settembre

- Terza Parte: …E LE ALTRE: "LILLIPUZIANE E MINUSCOLE" - uscita prevista 18 settembre

 

 

Le nostre collaboratrici: Bettina Zarino

 

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