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Mercoledì 15 Maggio 2013
Un nobile gioco: la macchina da cucire

Di Bettina Zarino

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Nell’Ottocento, ad ogni ragazza di buona famiglia, le era stata insegnata la nobile arte del ricamo e del cucito. A tale scopo erano stati realizzati delle splendide scatole in legno con belle decorazioni, riempite con tessuti, fili di vari colori, forbici, aghi, ditale e tanti altri accessori, oltre a delle piccole bambole in pregiata porcellana per bambine che, in questo modo venivano spronate a realizzare dei vestitini per esse. Alcune di queste scatole erano provviste anche di una macchina per cucire giocattolo, ma in grado di fare una catena di punti.

 


001-Set-cucito-a-valigetta-del-1800Già nella Francia del XIX secolo esistevano delle particolari scatole con disposti vari strumenti per il ricamo e fornite per imparare l’arte del cucito. Questi strumenti erano venduti in negozi di prestigio, come Giroux e Nain Bleu, e nei grandi magazzini Au Bon Marché, Printemps e Samaritaine, di Parigi (foto 1).

 

Le più popolari erano quelle relative al lavoro di modisteria, ricamo e per fare abitini per la bambola. Lo scopo era proprio quello di far appassionare le bambine a questa nobile arte, così arte da imparare a cucire.

 

La “Favorite enfantine”, una macchina da cucire giocattolo divenuta molto popolare era pubblicizzata nel catalogo dei grandi magazzini Au Bon Marché, nel dicembre del 1875, e costava 6 franchi e 90 centesimi.


002-Macchina-da-cucire-con-scatola-litografataLa gamma di questi meravigliosi set da cucito è veramente straordinaria con le loro piccole macchine da cucire (foto 2 e 3), poiché se ne possono trovare di tutti i tipi e dimensioni, veramente accessoriati per permettere di creare significati modellini che, giunti fino ai nostri giorni, illustrano in modo rivelatore, l’importanza di questi strumenti e insegnamenti, oltre ad essere stati dei giocattoli significati per le giovani fanciulle del passato.
Molte delle bambole che oggigiorno possiamo ammirare, hanno abitini realizzati da abili mani che usavano le macchine da cucire giocattolo e i loro risultati sono sorprendenti.


Semplici modelli di abiti per bambole erano proposti da ditte come McCalls e Cosmopolitan. Questi modelli erano pubblicati in varie misure e riguardavano abiti, biancheria, costumi da bagno, cappottini, camicioni e camicette e tanto altro ancora.
Molte bambole tra cui Maria Hoyer, Patsy, Bleuette e Daisy aveva modelli studiati appositamente solo per loro. Queste bambole possedevano interi armadi ricchi di abiti. E gli abiti eseguiti dalle fanciulle di allora coadiuvate da premurose madri, ci mostra il grande impegno da parte di entrambe nel realizzarli, proprio come delle vere sarte, e l’abilità maturata.


006-Macchina-da-cucire-con-manovellaLe prime macchine da cucire giocattolo erano realizzate in ghisa, in latta e infine, nel XX secolo anche in plastica e ai giorni nostri sono una testimonianza della grande popolarità e del grande utilizzo di  questo giocattolo. Alcune di esse erano decorate con disegni e arabeschi dorati (foto 4 e 5 e 6), oppure con fiori e filastrocche di grande interesse per le bambine.
Già nel 1900 molte macchine da cucire giocattolo erano state fabbricate negli Stati Uniti, in Europa (foto 7 e 8) e in Giappone.
Una serie di libri, pubblicati all’inizio del Novecento da Jane Eayre Fryer, insegnavano alle bambine oltre a come condurre e tenere in ordine una casa, vi erano inseriti dei preziosi insegnamenti sull’arte del cucito.


Dal 1910, anche la Singer Sewing Machine Company, diventerà un importante produttore di macchine da cucire giocattolo (foto 9), elaborando un modello divenuto molto popolare, e in commercio fino al 1940. Un altro raro esemplare, invece, era una macchina per cucire di colore blu e fabbricata in Italia.
In un interessante catalogo di giocattoli pubblicato da “Alla Rinascente” del novembre del 1938, è possibile ammirare un’intera pagina dedicata al cucito e al ricamo (foto 10), dove troviamo astucci e cestini con i primi insegnamenti per esercitarsi al ricamo e ai lavori di lana, oppure scatole con tutto l’occorrente per ricamare centrini o telai e matassine per la piccola tessitrice, oltre che a due belle macchine da cucire in metallo che eseguivano il punto catenella e vendute a 12,50 lire in su.


012-Macchina-da-cucire-Golden-Panoramic-e-bambola-Golden-PrincessSembra che la macchina da cucire più antica sia quella che riporta la scritta “Baby” datata 1896 sulla piastra. Altre affidabili macchine erano quelle della ditta Foley & William Company con “Midget”,  la ditta Mahattan Brass Company di New York con “Tabitha” e  per ultima, purtroppo di un costruttore sconosciuto, con la scritta “Gem”; esiste anche una macchina da cucire giocattolo della Smith & Eggie.
E, ancora verso la fine degli anni Settanta, la ditta Singer in accordo con la nota ditta italiana di bambole Sebino, realizzerà una macchina da cucire dal nome Golden Panoramic, dove veniva venduta con una speciale edizione della bambola Bettina, chiamata Golden Princess (foto 11 e 12 e 13), con tanto di modelli, 6 per l’esattezza, da realizzare con essa. Fu un grande successo non solo per il mercato italiano ma anche per quello francese. Questo a significare quanto fosse importante ancora in quegli imparare la nobile arte del saper cucire!

 

 

Un po’ di storia…
L’invenzione della macchina da cucire è un po’ incerta, poiché diversi inventori brevettarono meccanismi in grado di realizzare delle cuciture, tra i quali va ricordato Fredrick Wiesenthal nel 1755, Thomas Saint nel 1790, Barthélémy Thimonnier nel 1829 e John J. Greenough nel 1842.

Nel 1851 inizierà l’era di Isaac Meritt Singer. Ma sembra che colui che più si sia avvicinato alla sua realizzazione fosse proprio il francese Barthélémy Thimonnier, un sarto di Lione, che nel 1829 riuscirà a realizzare una macchina per cucire rudimentale fatta interamente in legno.
I primi modelli erano azionati a mano, per mezzo di una manovella applicata al volano; con la mano destra si controllava il movimento dell’ago mentre con la mano sinistra si controllava il trascinamento del tessuto.  
Qualche tempo dopo incontrerà Ferrand, un insegnante, e insieme decideranno di presentare domanda di brevetto il 1 maggio 1830 per quanto riguarda la tecnica necessaria per cucire cosiddetta “Chainette”, cioè  punto catena, su tutti i tipi di tessuto.

Thimonnier si metterà in contatto con dei possibili produttori, e fonderà la ditta Germain & Cie a Parigi. Purtroppo però questa nuova invenzione non fa centro nel cuore delle sarte e dei fornitori industriali, che la vedono come una possibile rivale e concorrente che possa privarli dei mezzi di sussistenza, senza capire invece le sue potenzialità. Forse i tempi non erano ancora maturi per una simile invenzione. Nel 1834 la sua attività verrà saccheggiata e Thimonnier sarà rovinato prima ancora di poter avere successo. Riuscì a salvare una delle sue macchine per cucire, continuando a lavorarci sopra per perfezionarla. Nel 1836 riuscirà a vedere muovere i primi passi dei modelli perfezionati da Walter Hunt e, nel 1846, da Elias Howe; nel 1851, inizierà l’epoca di Isaac Meritt Singer.


Programmata per essere esposta alla Esposizione Universale di Londra nel 1851, la macchina da cucire inviata in Inghilterra, purtroppo non funzionerà. Solo all’Esposizione Universale di Parigi, nel 1855, vincerà una medaglia e solo dopo la morte di Thimonnier, avvenuta nel 1857, la macchina da cucire troverà la sua strada grazie anche a qualche fedele amico.

 

COLLABORATRICE: BETTINA ZARINO

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