BLOG MINIATURE - Case di Bambola
Lunedì 22 Aprile 2013
Le cucine economiche

008-Cucina-economica-by-ditta-Marklin-del-1910di Bettina Zarino

 

Fin dalla sua nascita, la cucina economica cattura l’interesse dei fabbricanti di giocattoli e in breve tempo, entra a far parte degli accessori delle case di bambola e dei giochi per bambine, diventando uno degli accessori più desiderabili.
Quasi tutti i fabbricanti e gli artigiani arriveranno a realizzare più o meno uno stesso modello di cucina, che si differenzia solo in qualche piccolo dettaglio. Per esempio, per alcuni il nuovo tipo di focolare era coperto con una superficie piana, sulla quale venivano collocate pentole, casseruole e tegami, mentre altri vi creano degli incavi nei quali inserire i recipienti. Il primo tipo di cucina è quello che si diffuse maggiormente in Germania ed è quello che più frequentemente ammiriamo nelle numerose cucine in miniatura conservate nelle principali collezioni e nei musei tedeschi.

 


001-Cucina-in-miniatura-in-legno-Strasburgo-1800-circaFin dal XVII secolo la cucina intesa come stanza è ben rappresentata nelle miniature e case di bambole. Inutile dire che nelle prime case di bambole, destinate a una classe elitaria, la cucina era collocata al pianoterreno sotto alla cappa del camino (foto 1 e 2 ) e i piccoli utensili disposti su mensole, in peltro o in rame nelle dimore dei ricchi, e in legno o terracotta nelle dimore dei più poveri.
Le cucine venivano realizzate come pezzi ornamentali, dimostrando le notevoli capacità manuali del costruttore. Il loro scopo non era solo quello di divertire ma anche quello di insegnare alle bambine come accudire una vera casa, usanza tipicamente dell’Inghilterra e del Nord Europa.

 

 

 

 


003-Illustrazione-cucina-dell-OttocentoAll’inizio del XIX secolo le piccole cucine economiche in latta (foto 3 e 4) iniziano a fare la loro comparsa, con numerosi utensili. È durante il periodo compreso tra il 1850 e il 1890 (foto 5), che lo sviluppo dell’industria del gioco conquista la sua vetta grazie delle firme tedesche, quali la ditta Bing, la Marklin e la Lehmann


Purtroppo poi la Prima Guerra Mondiale e la crisi della borsa del 1929 hanno la meglio, su questa industria prosperosa e la fabbricazione dei giocattoli declinerà per ragioni economiche. Si assisterà ad una ripresa di questa fabbricazione negli anni 1940 e che continuerà fino al 1980.


006-Cucina-economica-del-1900Non solo verranno realizzate cucine economiche per case di bambole (foto 6) ma anche per le bambole, in varie dimensioni ma proporzionate ad esse, e quindi fornite di pentole di varie grandezze.

Alcune sono spesso colorate e ben rifinite, rivestite con piccole piastrelle disegnate in trompe d’oil o addirittura di maiolica (foto 7 e 8), proprio ad imitare le vere cucine economiche degli adulti.

Purtroppo però, non possono ancora funzionare realmente e, al massimo le fiamme sono dipinte.

 

I giocattoli in questa epoca erano conosciuti grazie a dei grossisti specializzati e ai grandi magazzini. Si possono vedere sui cataloghi del tempo, abbondantemente illustrati parecchi tipi di cucine economiche. È anche non raro trovare una cucina economica praticamente identica in tre cataloghi differenti. I più celebri fabbricanti di giocattoli hanno proposto nei loro cataloghi illustrati, dei modelli ridotti di cucine economiche che riproducevano attentamente gli originali fino nei più piccoli dettagli.


010-Cucina-economica-by-ditta-Bing-del-1918Alla metà del XIX secolo, i numerosi fabbricanti e artigiani, riescono finalmente a realizzare delle piccole cucine economiche sulle quali le bambine possono, grazie a una candela o ad un dispositivo a stoppino imbevuto di alcool, bruciare e quindi far cuocere (si fa per dire!), alcuni differenti alimenti (foto 9 e 10). Le pentole sono in metallo lucido smaltato e in rame. Per giunta venivano arricchite nel corso degli anni con un vasto assortimento di pentole e accessori. Alcune venivano addirittura vendute con ricettario, raccogli cenere, spazzola e portafiammiferi (foto 11 e 12) in ceramica.

Certamente era un po’ pericoloso far giocare delle bambine con simili dispositivi, impensabili ai giorni nostri, ma non in un’epoca dove molto presto ci si sposava e si diventava madre. Altri tempi!
Nel corso degli anni anche le cucine economiche in miniatura si sono trovate a subire i vari cambiamenti decorati dovuto agli stili e al gusto della clientela, sempre più esigente e numerosa.


Molte piccole cucine in miniature rimanevano nelle famiglie per numerose generazioni, un bene prezioso tramandato da madre in figlia.
Le cucine in genere, con tutti i loro attrezzi e utensili rimangono, oggigiorno, fonti inestimabili e testimoni di una passata esistenza, tra quelle più complete e veritiere e molti di questi oggetti esposti, ormai caduti in disuso, siamo a conoscenza della loro esistenza e del loro uso, grazie proprio alle miniature.

 

Un po’ di storia…
Indiscussa discendente del camino per la cottura degli alimenti e anche per il riscaldamento della casa, la cucina economica ha da subito una sua evidente importanza.    
La cucina economica è  un mobile che diviene popolare e fondamentale alla fine del XIX secolo, grazie anche all’avvio dell’industria metallurgica, ma è solo verso la metà del XX secolo, che, dopo varie soluzioni e stili adeguati al gusto del tempo, perderà tutta la sua personalità decorativa per dare spazio alla sola funzionalità.
I primi tentativi di ottenere un focolare chiuso, con un ridotto consumo di combustibile e una migliore ventilazione dell’ambiente, si concretizzavano in una struttura formata da un muretto di cemento sormontato da una lastra di metallo.
Gli antichi focolari aperti non sfruttavano tutto il calore del fuoco, che finiva col disperdersi per la stanza e al tempo stesso a riscaldarla. Al contrario nella cucina economica il fuoco ardeva in una struttura chiusa, consentendo così di sfruttare al meglio il calore prodotto, ottenendo il medesimo effetto con un minore consumo.
I tentativi fatti per contenere la combustione in uno spazio circoscritto diedero i primi frutti intorno al 1800, grazie all’impegno di molti che si erano appassionati al problema esaminandolo sia dal punto di vista scientifico sia economico.
Il fatto che il fuoco fosse all’interno di uno spazio chiuso migliorò la ventilazione delle cucine, perché le cappe non sempre consentivano la fuoriuscita dei fiumi e della fuliggine all’esterno.
Inizia verso il 1820 l’evoluzione del sistema di cucinare. Prima di allora l’unico modo era quello di cucinare in un grosso camino con cappa, luogo emblematico e importantissimo di una abitazione, casa o castello che essa sia, dove si concentrava attorno ad esso, non solo l’occupazione quotidiana e principale di preparare il cibo, ma anche tutta una serie di attività legate anche agli affari e problemi di vario genere poiché era il luogo più caldo e accogliente di qualunque dimora.
I focolari aperti delle precedenti cucine permettevano infatti solo due tipi di cottura: quella alla brace o quella stufata nel paiolo. Ciò comportava, naturalmente, un’alimentazione piuttosto spartana, molto limitata dal punto di vista dei sapori e delle possibilità gastronomiche, arricchita con il continuo uso di spezie, erbe aromatiche e salse.
La più classica cucina economica era composta da un piano con due o più  anelli di diverse dimensioni, estraibili tramite un lungo ferro ad uncino per non bruciarsi, sui quali venivano appoggiate le varie pentole. Sul davanti si trovavano uno o più sportello da forno che servivano anche per tenere le pietanze al caldo, e quello più piccolo posizionato in basso, era utilizzato per la raccolta della cenere con una spazzola. Superfluo sottolineare che era corredata da tutta una serie di lunghi ferri ad uncino e accessori vari.
La cucina economica così strutturata non consentì soltanto di sfruttare al meglio il calore prodotto dal combustibile, legna o carbone che fosse, ma rendeva possibile anche lo sviluppo di nuove tecniche culinarie, perché metteva a disposizione i fornelli sui quali cucinare.
Gli stili delle cucine economiche dunque variavano di continuo. All’inizio del XIX secolo, il telaio era in latta ornato da applicazioni in bronzo. Più tardi ci sono le fonderie di ferro che si moltiplicano e propongono ai fabbricanti una scelta di pezzi ornamentali prefabbricati. Altri le producono in ghisa smaltata con dei motivi dipinti. All’inizio del XX secolo con il moltiplicarsi dei fabbricanti, il telaio in latta sarà rivestito di piastrelle in ceramica decorata, le maioliche, tutti elementi scelti secondo il gusto della clientela che poteva sceglierle per poi essere fissati con l’aiuto di viti.
Alla fine degli anni Trenta, l’Art Déco lascerà la sua firma con le sue forme adattate e i suoi ornamenti in metallo cromato.
È questa l’epoca in cui si cerca di dare una certa funzionalità e organizzazione ai mobili, nascono i primi tentativi di razionalizzazione del mobile e, per fortuna, si inizia a pensare anche alla salute e all’igiene e nelle cucine si impone il colore bianco. Da qui in avanti comincerà una nuova storia di come deve essere concepita un’abitazione e molte stanze, al tempo considerate indispensabili, come le biblioteche, scompariranno per lasciare lo spazio ad altre più funzionali.
    
Bibliografia

“Les cuisines et les boutiques” by M. Reitmair  Ed. L’Estampille  1983

 

COLLABORATRICE: BETTINA ZARINO

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