BLOG BAMBOLE - Storia delle Bambole
Giovedì 22 Novembre 2012
Elsa Schiaparelli: un tocco di classe nelle bambole

di Bettina Zarino

Schiaparelli-dolls-11Nell’Ottobre del 2011 andai a visitare la Reggia di Venaria dove, al suo interno, si svolgeva, per i festeggiamenti dei 150 anni dell’Unità d’Italia, una interessante e bellissima mostra dal titolo “L’Italia si specchia. 150 anni di eleganza”. Visitandola, con grande stupore, vidi esposto un abito da passeggio del 1937 di Elsa Schiaparelli, stilista degli anni Trenta che lavorò soprattutto a Londra, Parigi e New York, contemporanea e antagonista di Coco Chanel nel mondo della moda francese. Certamente due stili diversi, i loro: rigoroso e semplice quello di Coco Chanel, ricco e fantasioso quello di Elsa Schiaparelli, come opposte erano le loro origini, povera la prima, aristocratica la seconda, ma entrambe avevano in mente una donna libera e indipendente.

 

Ma qual è questa linea sottile che unisce la stilista Schiaparelli con le bambole? Ebbene, forse pochi sanno che Elsa Schiaparelli aveva già avuto la brillante intuizione, alla fine degli anni Quaranta, di realizzare una bambola agghindata con degli abiti di sua creazione.

Elsa Schiaparelli (foto 1) nasce a Roma nel 1890 da una famiglia di intellettuali e studiosi: suo padre era un professore di lingua araba e islamica, suo cugino Ernesto un famoso egittologo e suo zio Giovanni un eminente astrologo.

Si narra che fin da piccola giocasse con un baule, trovato in soffitta, pieno di abiti del secolo precedente e che fosse innamorata del rosa brillante delle begonie del suo giardino, colore che avrebbe avuto un profondo effetto sul suo futuro di stilista nella moda.

Nel 1913 Elsa si trasferisce a Londra a fare da baby-sitter per un amico di famiglia, dopo un anno convolerà a nozze con un affascinante filosofo, il conte Wilhelm Wendt de Kerlor. In seguito decidono di partire per New York dove Wilhelm sperava di diffondere le sue idee filosofiche. Nel 1920 nasce la loro figlia Gogo, ma il matrimonio si rivelerà un fallimento: Wilhelm era un incallito donnaiolo e quando Elsa viene a conoscenza del suo flirt con Isadora Duncan lo lascerà per sempre.

È in questo periodo che Elsa comincia a frequentare gli artisti dell’avanguardia dadaista, tra cui i fotografi Edward Steichen e Man Ray, il pittore dadaista Francis Picabia e sua moglie Gabrielle, lo scultore e pittore Marcel Duchamp.

Frequenta assiduamente anche l’amica Blanche Hays che, nel frattempo  stava per divorziare dal famoso avvocato Arthur Garfield Hays, ed è quest’ultima a convincerla, nel 1922, ad andare a vivere con lei e le loro rispettive bambine a Parigi.

A Parigi, da un incontro con lo stilista Paul Poirier, nasce la sua passione per l’alta moda parigina dell’epoca, inizia così a realizzare abiti chic per sé e per i suoi amici.

Nel 1925 Elsa comincia a lavorare per la Maison Lambal, una piccola casa di moda di proprietà di un’amica americana di Blanche Hays, la signora Hartley. La sua prima creazione nasce da un’intuizione, e viene presentato al pubblico un maglione “trompe-d’oeil” con disegnato un grande nodo con un fiocco sul davanti (foto 2). Il capo ha un successo immediato e s’impone a Parigi come tendenza dilagante tra le attrici e i personaggi da rotocalco.

Anche se le recensioni per i suoi abiti erano piuttosto buone, le tante difficoltà economiche fecero chiudere la Maison Lambal solo un anno dopo.

È nel 1927 che Elsa riesce finalmente a lanciare la sua prima collezione. Da subito i suoi abiti sono audaci e moderni, usa ad arte colori come il bianco e il nero, ma senza dimenticare i colori più decisi.

Nei primi anni, la sua collezione si concentra soprattutto su maglioni, felpe, costumi da bagno, gonne a cerchio (foto 3). La sua rapida ascesa in popolarità fu notevole.

Nel 1929 la ditta Schiaparelli contava già 400 lavoratori che producevano 8.000 capi di abbigliamento suddivise nelle collezioni “Pour le sport”, “Pour le Ville” e “Pour le Soir”. La sua fantasia non ha limiti e così realizzerà abiti sportivi d’ispirazione africana e cubista, abiti surrealisti con aragoste giganti (foto 4) e via dicendo. La linea sportiva verrà lanciata anche in Italia negli anni Trenta che chiamerà linea “uomo” avvalendosi della collaborazione di Salvator Dalì.

Per se stessa, amava completi neri, bianchi o entrambi i colori in combinazione tra loro.
Un aneddoto racconta che nel 1931 fu vista a pranzo al famoso ristorante di Parigi “Ritz” accompagnata da un pechinese bianco che indossava un cappottino di velluto nero realizzato da lei stessa.

Nel 1934 dalla sua maison in Place Vendome lancia sul mercato le collezioni più belle, tutte a tema e tutte fantasiose, ma con grande omogeneità stilistica. Disegnava personalmente i modelli in album di schizzi minuziosi ed eleganti. Sia che le creazioni fossero abiti unici, sia che fossero rivolte a un pubblico più vasto, la Schiaparelli creava le sue opere con la stessa identica energia e concentrazione.  

Con occhio d'avanguardia, Elsa decise che era arrivato il tempo per introdurre una linea di calze, sciarpe e gioielli per coloro che desideravano aggiornare gli armadi esistenti, senza spendere per degli abiti nuovi. Non solo: fu una delle prime stiliste a capire che in un futuro prossimo la mossa vincente per la moda sarebbe stato l’abito pronto, da poter eseguire in serie. A lei si deve anche il merito della divulgazione della cerniera lampo, assai più pratica della sfilza di bottoncini che chiudevano gli abiti delle donne. Anticipando i tempi aveva anche capito che la sfilata era una grande vetrina, uno spettacolo per i compratori.

Comincerà a dividersi tra Parigi e New York dove i suoi abiti e accessori spopolano (foto 5). Quando le verrà proposto di realizzare abiti per dei film coglierà al volo l'opportunità, intraprendente e audace com’era, per la voglia di vedere i suoi capi indossati da famose attrici e con il suo nome nei titoli di coda. I suoi abiti sono stati impiegati per più di sessanta film tra il 1931 e il 1952.

Il 1937 e l’anno in cui Elsa “inventa” il suo colore preferito, il famoso rosa “shocking”, molto più vivace del rosa usato dagli altri stilisti e il 1938 è l’anno dedicato alla moda surreale ispirata al circo, alla commedia dell’arte e allo zodiaco.

Nel 1939 la Francia e la Gran Bretagna dichiarano guerra alla Germania, Elsa ne approfitta subito per introdurre il tema militare nella sua collezione per la Primavera 1940. I colori erano particolari come la loro denominazione: grigio Aeroplano, rosso Legione Straniera, blu linea Maginot, marrone Trench.

Nel giugno del 1940 la figlia Gogo, si unirà alla compagnia francese delle ambulanze e un anno dopo, si sposerà con Robert Berenson a N.Y. dove anche Elsa si trasferisce nuovamente, aspettando la fine della guerra.

Nel giugno del 1945 tornerà in Francia ma con la fine della guerra erano nate nuove influenti classi sociali e di conseguenza erano cambiati i gusti e le esigenze, e lo stile di Elsa, troppo raffinato e incomprensibile ai più, non era per niente in linea con il nuovo pubblico.
Arriviamo così al 1947, l’anno che segnerà una svolta nella sua vita, dopo aver capito che i tempi sono cambiati: sua figlia la farà diventare nonna e l’arrivo della sua prima nipotina Marisa Berenson le darà una grande gioia. Un anno dopo arriverà anche Berry Bereson.

È stato forse l’arrivo dei due nipotini che hanno ispirato Elsa a pensare alle bambole e ai loro vestitini. La stilista, da sempre innovativa e all’avanguardia, era stata la prima ad utilizzare le cerniere a lampo, la prima a mostrare le calze colorate e la prima ad usare la plastica nei suoi disegni. Anche il famoso colore rosa “shocking” era ormai diventato un emblema della sua linea.

Probabilmente a questo punto si è chiesta: perché non sfruttare tutte queste novità anche nelle realizzazione delle bambole e dei loro abiti? L’incontro con l’allora presidente del negozio Neiman Marcus, Stanley Marcus, porterà all’avverarsi di alcune idee innovative nell’ambito dei giocattoli, come il Catalogo di Natale Neiman-Marcus.

Nel 1951 il negozio Neiman Marcus sarà uno dei primi che pubblicizza una serie di 14 bambole abbigliate con abiti della stilista Elsa Schiaparelli. Le bambole di nome Miele (foto 6 e 7), sono alte 46 cm circa e venivano fabbricate dalla ditta Effanbee Doll Corp., una delle migliori aziende che producevano bambole in plastica dura e vinile negli anni Cinquanta. A quei tempi la ditta Effanbee Doll Corp. era ancora di proprietà della Noma Electric (foto 8), che fece un accordo con la signora Elsa Schiaparelli per produrre le bambole con una varietà di parrucche selezionate dalla stessa stilista e che andassero bene con i vestiti per le bambole. La bambola presa in considerazione per questa nuova impresa era una bambola in plastica dura prodotta dalla ditta proprio dal 1951, dal nome “Tintair Honey” (foto 9), per l’appunto Miele per il colore dei suoi capelli, di tre  diverse altezze: 35, 40 e 46 cm. Le bambole erano un prodotto molto esclusivo e di alta qualità e il loro costo era di circa 20 dollari. Erano destinate non solo per il negozio Neiman-Marcus, ma anche per John Wannamaker a Philadelphia e Marshall-Fields a Chicago.

Le bambole vennero pubblicizzate su riviste come “Better Homes and Gardens”, “Women’s World” e “House and Gardens” nei mesi di novembre e dicembre del 1951. L’annuncio propagandato dalla ditta Effanbee, tradotto, diceva: “Schiaparelli Collection…la prima bambola vestita alla francese in vendita in America. Ognuna delle 14 bambole della collezione ha uno squisito abito della grande stilista Schiaparelli. Sono alte 46 cm, superbamente realizzate con acconciature d’ispirazione parigina. Ognuna catturerà il cuore di una bambina. Costo 19,95 dollari”. Gli abiti delle bambole ripetono i temi delle sue collezioni: tessuti di cotone dai colori giallo e arancione brillante, oppure in bianco e nero, con la firma “Schiap”, com’era solita essere chiamata in Francia, e mette a fuoco le donne del nuovo decennio. C’erano abiti per le occasioni formali, la moda mare, abiti da cocktail, abiti da giorno, cappotti e cappellini coordinati.

Oggigiorno la bambola Miele vestita da Elsa Schiaparelli è assai desiderabile dai collezionisti ed è difficile da trovare intatta con gli abiti originali, innanzitutto perché è una bambola di plastica dura e come tale spesso veniva svestita senza nessuna difficoltà per cambiarle l’abito, così che il suo abbigliamento originale poteva andare perso, mentre la sua pettinatura molte volte veniva cambiata. Fatta questa premessa, le bambole, quando hanno ancora i loro abiti originali, non sono difficili da identificare, dato che l’abbigliamento è sempre stato etichettato con un nastro rosa con scritto “M.me Schiaparelli Creation by Effanbee”. Inoltre, ogni bambola ha attaccata al polso un’etichetta a forma di cuore sempre di colore rosa con disegnata una Torre Eiffel e la scritta “M.me Schiaparelli Creation by Effanbee” stampata in bianco. I capelli erano in varie tonalità dal castano al biondo e con un taglio adatto all’abito indossato.

Con il successo, forse più illusorio che altro, della bambola della ditta Effanbee, il ramo americano della società Schiaparelli decide di intraprendere da sola una nuova strada, e così nel 1956 fonda la ditta Schiaparelli Dolls Limited. Purtroppo, però, questa nuova avventura non era stata attentamente studiata e valutata, altrimenti ci si sarebbe resi conto che ormai il mercato americano era invaso da bambole alla moda per adolescenti come Ginny, Betsy McCall, Miss Revlon, Toni e tante altre di grande successo.

Verso gli anni Cinquanta, per favorire la mancanza di esperienza nel marketing del giocattolo, verrà scelta una nuova e famosa ditta per produrre altri 3 nuovi modelli di bambole, la Beehler Arts Limited di New York, che già fabbricava bambole e pezzi di bambole sotto il nome commerciale di Virga. Sono molto poche e quindi rare le bambole Schiaparelli marcate Virga.
La prima bambola prodotta dalla Virga fu chiamata Go-Go (foto 10) come la figlia di Elsa Schiaparelli; era una tipica bambola di quelle che realizzava la ditta, con il corpo in plastica dura e la testa in vinile e che camminava, alta 20 cm. La sua chioma, in vari colori, era rigogliosa e fitta, e, secondo una pubblicità del tempo, facilmente lavabile. Aveva una grande varietà di abiti (foto 11) e il suo abbigliamento è sempre stato etichettato con un nastro bianco e la scritta rosa Schiaparelli.

Dopo qualche mese la Schiaparelli Dolls Limited lancia sul mercato un’altra bambola dal nome Tu-Tu (foto 12). La bambola, la seconda novità, era praticamente una ballerina in tutù rosa, verde o blu e dai capelli abbinati al colore del tutù.
Le bambole Go-Go e Tu-Tu saranno molto popolari soprattutto nella zona di Chicago, grazie al negozio di Marshall Fields, ma la bambola Ginny (foto 13) manterrà la sua supremazia sul mercato americano.

Notevole il packaging: le scatole che contenevano le bambole erano praticamente degli armadi-guardaroba (foto 14), dipinti nei colori del nero e del rosa shocking, alcuni dotati anche di scomparti e cassetti per contenere vestiti e accessori.

Dal 1956-57 diverse ditte di cosmetici e profumi collaboravano con le ditte che producevano bambole. Per esempio, la Madame Alexander aveva Cissy che pubblicizzava Yardley, la Toni Company era rappresentata dalla bambola Toni (foto 15), e naturalmente la ditta Revlon aveva dato vita a Miss Revlon (foto 16) e a Little Miss Revlon. Dal momento che la ditta francese Schiaparelli produceva anch’essa profumi (foto 17) e cosmetici, ci si domanda perché non abbia mai pensato di fare un’affiliazione con la ditta americana Schiaparelli Doll Limited per creare una bambola!

La terza novità immessa sul mercato dalla ditta, sempre realizzata dalla Virga, era la classica bambola fashion, chiamata Chi-Chi (foto 18 e 19), con la testa in vinile e il corpo in plastica dura, snodata e alta 30 cm. La bambola era articolata nel busto e alle ginocchia, mentre i piedi erano modellati per indossare scarpe col tacco alto. I suoi capelli avevano una varietà di colori naturali, dal biondo al rosso Tiziano e potevano essere corti o lunghi, ricci o raccolti in una coda di cavallo. Indossava abiti semplici, ma spesso impreziositi da pizzi e nylon argentato.

Ogni bambola ha un'etichetta che dice: “La Tua Bambola Schiaparelli. Questa bambola è stata creata appositamente per te da M.me Elsa Schiaparelli, stilista di fama mondiale. Nulla è stato risparmiato per renderla la più bella del mondo. La tua bambola Schiaparelli ha occhi vivi che si aprono e si chiudono. È morbida, liscia e carezzabile. I suoi capelli naturali possono essere lavati, pettinati o restaurati. Gli abiti della tua bambola sono in stile parigino con la stessa abilità prodigata agli abiti dell’alta società. Solo i migliori tessuti sono stati utilizzati. In più, sono disponibili separatamente abiti in modo da poter costruire il tuo guardaroba personale. La tua bambola Schiaparelli giunge a te, come un gioiello, nella sua scatola personale. Tienila cara e condividerà la tua felicità. Bambole Schiaparelli, L.D.T., New York 10, New York”.

Le bambole Schiaparelli degli anni Cinquanta, anche se poco conosciute, rimangono comunque molto significative nel decennio del dopoguerra e distintive per il loro scioccante tocco...  alla Schiaparelli!



Bibliografia
“La Moda nella storia” by Calogera Falzone Nelli   Ed. De Luca  1995
“Il look del secolo” by Michael Tambini  Ed. Mondadori  1997    
“Moda dalla fiaba al design Italia 1951-1989” by Gloria Bianchino e Arturo Carlo Quintavalle  Ed. DeAgostini  1989
“Antique Doll” July 2010/6

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